In attesa della Pasqua, vi presentiamo l’Exultet beneventano conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Pisa.
Ci auguriamo tutti di poter tornare a visitare i nostri musei quanto prima e di poter ammirare questo capolavoro dal vero. Nel frattempo ve ne parliamo un po’…
Si tratta di un rotolo in pergamena miniato prodotto in uno scriptorium beneventano nella seconda metà dell’XI secolo, finito a Pisa probabilmente dopo il sacco di Amalfi, oppure grazie ai rapporti esistenti tra le comunità monastiche benedettine dei due ambiti geografici, o ancora in virtù dei fiorenti rapporti commerciali esistenti tra Pisa e le regioni meridionali. Il termine Exultet corrisponde alla prima parola del canto liturgico che, dall’alto del pulpito, veniva intonato dal diacono nel corso della cerimonia della notte del Sabato Santo . Questo canto, denominato praechonium paschale , aveva la funzione di annunciare alla comunità dei fedeli il mistero della Resurrezione e celebrare il rito dell’offerta del cero pasquale. Per esteso, lo stesso termine è passato ad indicare anche i rotoli sui quali il testo dell’inno è stato più volte trascritto e illustrato tra X e XIV secolo, secondo una prassi attestata pressoché quasi esclusivamente nell’Italia meridionale. A Pisa si conservano altri due esemplari di Exultet, realizzati da artisti locali sull’esempio del manoscritto beneventano, risalenti rispettivamente al XII e XIII secolo.
La ricca decorazione include scene della vita di Cristo fino all’Ultima Cena, oltre che motivi particolarmente interessanti come l’Elogio delle Api e la rappresentazione del Cero Pasquale in forma di colonna sormontata dall’aquila. Il ricco apparato figurativo veniva mostrato ai fedeli contemporaneamente al canto della preghiera, affinchè essi potessero comprendere meglio, attraverso le immagini, i contenuti della liturgia.
Nella foto, un particolare delle miniature del rotolo: la Resurrezione di Lazzaro.